Granola di avena italiana


“Ci siamo resi conto – ci dice Stefano Vegetabile – che tutta l’avena, bio o non bio, viene prodotta quasi tutta in Austria, in Francia o in nord Europa. Avena Italiana per uso umano è praticamente introvabile. C’è una grande coltura di avena zootecnica, ma ad uso alimentare niente. Allora mi sono messo alla ricerca e ho trovato un seme. Il primo anno sono nate una pianta qui e una pianta là. L’anno dopo ho integrato un altro seme con il primo e ho raccolto qualcosina e poi via via sempre un po’ meglio. Però non è stato per nulla facile. Trovare una floccatrice artigianale piccolina è stata un’altra grande impresa. Ci sono tutte attrezzature da mangimificio che fanno 200 kg al giorno, ma un’attrezzatura piccolina da laboratorio è inesistente. Cioè, ci sono alcune piccole linee, ma sono fuori produzione (ho telefonato in Germania, in Finlandia, in Scozia, in Inghilterra!). Ne ho trovata una usata di una signora in Toscana, ma ci avrò messo un anno e mezzo per averla, è stato un lavoro enorme. Dopo anni, siamo finalmente arrivati ad avere i fiocchi e da lì Ivana si è lanciata con la sua creatività . Abbiamo pensato di valorizzare i nostri prodotti, come sempre, quindi abbiamo aggiunto purè di mele, del miele di un ragazzo che porta le api qui da noi e cannella. Poi la granola viene asciugata, in modo tale che l’avena venga compenetrata bene dal purè di mele e dal miele. Si mangia così com’è, come uno snack, oppure può essere messa nello yogurt, nel latte, anche di avena o di mandorla, caldo o freddo”.

Storie di agricoltura.