L’orto come scelta di vita
“ Ho appena finito i trapianti di zucca, poi inizieremo con i porri, perché siamo un po’ in ritardo e sto dando i trattamenti di Neem ai pomodori – ci spiega Lorenzo Resta de L’Amaranto di La Morra (CN) – perché sto rischiando di perderli con il ragnetto rosso. In questo momento sto raccogliendo pomodori, zucchini, costine, insalata, rucola. Una pratica che mi piace sperimentare e fare nell’orto è le consociazioni tra più ortaggi, innanzitutto per sfruttare al massimo la superficie e poi anche per una questione di estetica dell’orto, perché è molto bello vedere più ortaggi vicini assieme, e poi per tutte le questioni positive che apportano alle piante. ad esempio le cipolle, sto mettendo quelle autunnali, ne sto mettendo un po’ dappertutto perché ho visto che stanno bene con le melanzane, coi peperoni e quindi, siccome noi bagniamo a goccia, e alcune volte dobbiamo alternare i fori dell’irrigazione, uno rimane scoperto e va a perdersi l’acqua. In quegli spazi lì, ad esempio, mettiamo le cipolle, oppure facciamo delle successioni di ortaggi, tipo quando l’insalata è ancora piccola mettiamo i bulbi di cipolle e così, una volta raccolte le insalate, spuntano poi le cipolle. Insomma, cercare di utilizzare al meglio la superficie, di coprire il più possibile.
Per quanto riguarda l’orto, ricevo tantissimi stimoli da mia madre perché lei è proprio anche appassionata e ha più esperienza, essendo figlia di agricoltori. Quindi con lei ogni tanto sperimentiamo: ad esempio anche la semina delle patate sui letti di paglia. L’abbiamo raccolta la scorsa settimana ed è stato interessante perché la raccolta è molto più pulita rispetto a quella in terra, però ci si è resi conto che non è sostenibile su larga scala, anche perché bisogna avere tanto materiale organico da poterci posare sopra le patate. Però è un esempio di cose che facciamo così, per nostra anche curiosità, e per migliorare anche nella resa dei prodotti. Lei è una passione esagerata per le piante e quindi si documenta mi dà tanti stimoli su tecniche agricole, ecco.
Mi è stato molto utile un corso che ho fatto sull’agricoltura rigenerativa in Emilia Romagna, in un’azienda agricola, che è anche agriturismo, in cui fanno questi corsi e parlano di pratiche alternative, tutto incentrato sulla sostenibilità. Lì ho avuto la fortuna anche di conoscere un altro contadino biologo, che si chiama Matteo Mazzola, che mi ha aperto anche un mondo sulla fertirrigazione, sull’importanza di non girare troppo il terreno, quindi sul fare interventi meccanici il meno possibile. Ho scoperto tante belle cose, per quanto riguarda la fertilità del suolo, su quanto è indispensabile per avere dei buoni raccolti, avere un terreno fertile, che dia prodotti anche più nutrienti, perché alla fine quello che uno a volte sottovaluta è il fatto che le piante, oltre che essere produttive, devono essere nutrienti, quindi devono poter attingere dal suolo, più nutrienti possibili.
Prima di subentrare in azienda, ho fatto diverse esperienze sia nella ristorazione che in negozi di altro genere, quindi non ho preso una decisione così nell’immediato, subito da quando ho finito gli studi, ma ho voluto prima vedermi un po’ attorno e provare a capire anche altre opportunità che però non mi hanno entusiasmato così tanto quanto il lavoro nell’orto. Fortunatamente, grazie appunto al corso dei mercati che mio padre ha avviato negli anni passati, ho avuto uno sbocco da subito. Un mio obiettivo è quello di trovare appunto clienti più vicini a me, magari attirarli anche nella mia azienda, invece di dover portare loro la cassetta a casa, oppure fare tanti mercati che comunque portano via tempo anche alla cura dell’orto.
Già mio padre ha sempre avuto questa visione aperta su pratiche sostenibili e io sono contento perché i miei genitori sono molto propensi a darmi carta bianca. ”