La neve, concime celeste

“La neve è un buon augurio – ci spiega Stefano Vegetabile della Casa Rotta – gli antichi la chiamavano concime celeste. La materia che si smaterializzava in primavera, poi stava lì un po’ ferma in estate, poi in autunno tornava giù: quello è un piccolo ciclo della materia. 
Secondo gli antichi le foglie che tornano giù verso terra rappresentano le informazioni luminose che la pianta ha raccolto e che dona alla terra per l’anno successivo. 
Nel grande è la stessa cosa: le informazioni che scendono giù con la neve, che è luce condensata, in un certo senso sono le informazioni che dal cielo scendono giù per aiutare la terra. 
Difatti si dice concime celeste, nel detto popolare si dice ‘sotto la neve pane’: in pratica è proprio questa luce condensata che porta informazioni nuove nella terra. Infatti oggi riusciamo a vedere che il cristallo è esagonale: triangolo ed esagono sono proprio le forme con cui si muove la luce. 

È arrivata questa neve ieri: secondo me è un messaggio che alla fine non siamo abbandonati nelle nostre problematiche. Con il timore del cambiamento climatico sembrava che saremmo morti tutti e adesso con la neve sembra già un’altra prospettiva. 
Come la pianta porta le nuove informazioni della terra, la neve porta le nuove informazioni di rigenerazione della terra e quindi questo ci fa vedere che la natura continua con i suoi cicli, non siamo soli e anche noi, secondo me, dovremmo iniziare a portare questa rigenerazione”. 

Storie di agricoltura.