Il mirtillo selvatico viene nel prato dove pascolano le mucche 

“Il mirtillo selvatico sta un po’ andando alla deriva – ci racconta Nives Barra di Elisir sui Monti – vorrei provare a mettere del mirtillo coltivato, ma bisogna vedere se nel terreno che ho a Gilba, che è sui 1200 m, riesce ad attecchire, a produrre. Ho provato a mettere qualche pianta. Quello selvatico si sta perdendo perché la montagna resta troppo sporca, il sottobosco chiude proprio anche dove c’erano i mirtilli nei prati, li soffoca, tra betulle, rovi, si chiude proprio tutto. 
Prima, con le mucche che pascolavano, si teneva più pulito poi non c’erano tutte quelle piante, perchè venivano tagliate, adesso è tutto abbandonato. Non c’è più un bel bosco pulito. 

Il mirtillo selvatico è quello che patisce di più. Poi una volta magari uno aveva 5 animali che pascolavano, uno ne aveva 10, restava pulito in ogni modo, adesso ci sono certi malgari che arrivano con 150 mucche dentro e spianano tutto e anche quello non è proprio un bene, ci vorrebbe una via di mezzo. 

Il mirtillo viene proprio nel prato dove pascolano le mucche. Il mirtillo selvatico qui da noi non è proprio considerato, nell’Appennino emiliano leggevo che il mirtillo nero è molto tutelato, valorizzato, invece qui da noi proprio no, sembra quasi che fai un torto se vai a raccoglierlo, non è proprio tutelato. Fino a 10 anni fa ce n’era proprio tanto poi in questi ultimi anni, un po’ anche il cambio di stagione sta influendo perché nevica poco, le montagne sono scoperte, poi dopo gelano, il mirtillo avrebbe bisogno, come tutto, di essere coperto da un bel po’ di neve e invece così non nevica niente e alla prima gelata ti brucia proprio le piante”. 

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