La raccolta delle mele

“ Da inizio settembre fino a fine ottobre, primi di novembre – ci racconta Ivo Arlotto dell’azienda agricola L’Ostal – è il periodo della raccolta delle mele. Partiamo con la raccolta delle mele estive a fine agosto, poi si prosegue con Gala, Golden, Crimson, Renetta Grigia, Renetta del Canada, Renetta Champagne, Grigia di Torriana, Opal. Abbiamo circa una sessantina di varietà di mele anche se dieci varietà fanno comunque il 90% della quantità delle mele raccolte. Poi abbiamo delle varietà antiche, abbiamo la Trusa e il Bruschett che non si trovano altrove.

A raccogliere siamo sei o sette, di solito. Alcuni raccolgono la parte bassa della pianta e altri raccolgono col carro raccogli-frutta, raccolgono la parte alta. Le raccogliamo nelle cassette, poi travasiamo nei cassoni, facendo attenzione che non si ammacchino, quindi la mela va trattata in un certo modo, specialmente alcune varietà. Non bisogna stringere troppo perché se no poi rimane il segno sulla buccia.

Dividiamo già in campo le più belle dalle meno belle. Le meno belle saranno dedicate per la trasformazione, quindi faranno succhi, faranno confettura eccetera. E invece le più belle vengono messe in cassetta e poi vendute.

Finita la raccolta, che in questi giorni finiremo, abbiamo poi ancora la raccolta del kiwi, qualche cachi e poi chiudiamo le reti antigrandine e antiuccello e il campo diciamo che va quasi a riposo. D’ora in avanti le piante perdono le foglie e poi si risvegliano in primavera.
Cosa che invece non facciamo noi, perché, avendo tutte queste mele, in parte le mettiamo in frigo. Però dobbiamo incassettarle, portarle ai negozi e quindi c’è tutta la parte commerciale che viene fuori che occupa comunque un sacco di tempo.

Noi facciamo parte di un contratto di rete costituito da una ventina di aziende agricole, che collaborano tra di loro. Dieci anni fa eravamo due aziende che già normalmente ci aiutavamo tra di noi però, su alcune cose, ad esempio lo scambio di attrezzature che vanno sulla strada sentivamo la necessità di formalizzare un po’ la cosa perché in modo da essere più tranquilli nei confronti della legge. Ci siamo adoperati a fare delle ricerche e esce fuori che questo contratto di rete in Europa esisteva già da anni, ma in Italia era poco usato. E quindi siamo uno dei primi contratti di rete agricoli che si sono creati in Italia e infatti poi tanti hanno tratto spunto, dal nostro statuto, quindi siamo contenti di questa cosa.

Poi noi non è che ci siamo sviluppati tanto perché siamo in una piccola vallata, e le aziende sono quelle. Comunque ci serve per collaborare per scambio di manodopera, scambio di attrezzature. Grazie a questo contratto di rete anche ragazzi giovani e meno giovani che sono arrivati proprio da lontano, sono riusciti a creare la loro piccola azienda. Quindi è interessante anche per far rivivere il territorio e ricreare una socialità in montagna, che si sta perdendo se no.

Con la trasformazione iniziamo a marzo e andiamo avanti fino ad aprile, perché adesso c’è tutta la parte dei succhi, succhi torbidi, succhi limpidi, poi si continua anche con altri trasformati, ma la maggioranza del lavoro è su quello. Quindi il laboratorio continua tutti i giorni a fare succhi per noi, ma anche per famiglie, per altre aziende che ci chiedono di trasformare le loro mele, le loro pere, tutto quello che si può trasformare. “

Storie di agricoltura.