Libero Mondo

Libero Mondo

Libero Mondo nasce ufficialmente nel 1997 come cooperativa sociale. Inizialmente si è aperta una bottega in cui vendevamo alcuni prodotti principalmente artigianato, che importavamo dall’Ecuador a seguito dell’attività svolta dall’associazione Sedacà dell’oratorio salesiano di Bra. Una parte dei ragazzi, tra cui mio fratello, che avevano fatto questa esperienza di un mese presso alcune case salesiane in Ecuador, tornati da quest’esperienza avevano deciso di dare vita a questo gruppo missionario oratoriano che aveva cominciato a fare arrivare i primi articoli di artigianato da questi progetti dell’America Latina. L’anno dopo della costituzione della cooperativa, la cooperativa ha dato vita anche a un laboratorio per la produzione e trasformazione alimentare in primis prodotti di pasticceria e pasta, quindi si è iniziato a importare anche materie prime alimentari quali zucchero e cacao.

Da lì di tempo ne è passato molto, la cooperativa è cresciuta, ha iniziato anche ad ampliare i prodotti alimentari che importiamo dai produttori del Sud del mondo. Attualmente all’interno della cooperativa siamo circa 40 soci lavoratori di cui almeno 1/3 sono soci svantaggiati impegnati sia nel magazzino. Noi andiamo a selezionare i produttori o sulla base di un viaggio diretto, un viaggio presso il produttore, generalmente quando si fanno questi viaggi si vanno ad accorpare più produttori nella stessa area geografica. Ci sono dei produttori che definiamo di primo e secondo livello: quello di primo livello è il contadino che ha il suo appezzamento di terra dove coltiva ad esempio piante del caffè, o del cacao, e ha la sua coltivazione; generalmente, proprio per problemi di logistica e perché bisogna organizzare il container con tutte le informazioni necessarie, a maggior ragione quando si parla del biologico, che necessita di certificazioni e autorizzazioni, i piccoli produttori si associano e si appoggiano a quelli che vengono definiti produttori di secondo livello.

Una delle nostre scelte commerciali è stata quella di non essere presente nella GDO, volendo noi certificare la filiera, e non solo il prodotto. Facciamo parte del network italiano che si chiama Equo Garantito, facciamo parte anche di un network a livello europeo mondiale che raggruppa un po’ tutte le organizzazioni che fanno parte del commercio equo e solidale quindi dai produttori alle centrali di importazioni alle botteghe. Quindi noi vogliamo certificare la filiera, quindi che il produttore sia di commercio equo, che sia stato adeguatamente retribuito.

Produce cose buone.