Lunga vita alle pere Madernassa!
Fino a qualche decennio fa i grandi esemplari di pera Madernassa erano uno dei segni distintivi del paesaggio rurale del territorio della provincia di Cuneo. Grandi piante isolate, filari semplici o doppi, ai margini dei campi e dei vigneti o consociati al prato, disegnavano una rete di grande importanza per la vita e per l’alimentazione delle popolazioni rurali, ma anche un superbo paesaggio nelle diverse stagioni dell’anno.
Le piante di pero erano parte dell’ambiente e della vita locale e in molto casi costituivano punto di riferimento e luogo d’incontro per la gente del posto. Al ‘Prüs göb’ della fraz. Madernassa di Vezza d’Alba (CN) (“gobbo perché dal portamento storto”) ci si incontrava fino a dieci anni fa, perché non c’era nessun altro elemento così conosciuto da tutti. La pianta era lì da decine di anni ed era nella storia delle famiglie del luogo, era il perno del paese, sotto il quale, come sotto un muto testimone, si andava a parlare discutere, ridere o piangere. E anche da quando la pianta non esiste più si continuano a mandare lettere in “via del Prüs göb” e la sua funzione totemica è rimasta.
Altre piante, molte delle quali ultra centenarie, sono state così importanti da essere considerate non solo per la loro produzione di frutta, ma anche per la loro funzione simbolica e sociale, come accadde al Prüs gross, portato in dote da una sposa. La varietà di pera Madernassa, ben conosciuta già all’inizio del ‘900, è originaria del Roero.
Di vigore notevole, rustica e fertilissima, secondo alcuni studiosi sarebbe un ibrido tra la varietà Martin secco e un selvatico locale. È una varietà ottima da cottura e per questo è sempre stata coltivata. La consistenza della polpa e il suo colore erano caratteristici e questi frutti, cotti nelle stufe a legna, venivano usati per la trasformazione in prodotti gastronomici particolari come la cugnà.
Da qualche decennio si è incominciato a coltivarla in frutteti intensivi, su portinnesti diversi dal franco, come il cotogno. Nello stesso tempo molti dei grandi esemplari la cui coltivazione non poteva essere meccanizzata, sono stati gradualmente, ma inesorabilmente eliminati. La coltivazione intensiva ha portato anche a dei cambiamenti delle caratteristiche della frutta.
Per questo vale la pena salvaguardare le piante originarie e capire quali erano le reali caratteristiche che hanno portato questa varietà ad essere così rinomata in questi luoghi. Questi esemplari rimasti sono i testimoni di un paesaggio rurale non troppo lontano e difenderli significa, non solo salvare un patrimonio genetico di primaria importanza, ma anche salvaguardare quel filo di continuità sul quale si fonda la storia delle società.
Ci piace raccontare che alcuni anni fa, una famiglia di Milano che riceve la nostra spesa, innamorata del sapore di queste pere, ci ha chiesto una piantina di Madernassa da collocare in giardino. La piantina è stata consegnata. Alessandra e la sua famiglia l’hanno battezzata “Nassy”: ora cresce rigogliosa e già produce frutti.
Anche attraverso un frutto le culture si incontrano, si scambiano saperi, si fondono, si arricchiscono. Lunga vita alle pere Madernassa!