Lenticchie, coltura resiliente

La produzione sta andando molto bene – ci racconta Claudio di Cascina Danesa – i cereali hanno patito un po’ la carenza idrica ma sono belli e se non succede nulla il raccolto sarà buono. Anche il farro è molto bello.

Quest’anno ho legumi primaverili e sto facendo esperimenti con lenticchie, mi servirà per capire delle cose; sto facendo test agronomici per capire come crescono e quali siano le più adatte, in Piemonte infatti la coltivazione non è molto diffusa, solo in Val Grana e nell’ Alessandrino qualcuno la coltiva. A me piace molto come coltura e credo che sia interessante, non ha grossi problemi con caldo e siccità, è molto rustica.

Culturalmente i legumi li abbiamo abbandonati trent’anni fa, perché considerati proteine dei poveri; ma oggi sono considerati una novità e si vendono meglio i fagioli meno comuni come quelli rossi o dell’occhio, i consumatori però si avvicinano a questi alimenti non perché siano consapevoli della ricchezza nutritiva di questo cibo.

I miei consumatori non sono in prevalenza vegani o vegetariani, ci si avvicina per curiosità infatti i più venduti sono quelli più particolari come il fagiolo dell’occhio e quello rosso, anche se mi piacerebbe che le motivazioni del consumo fossero diverse. C’è molto interesse per l’agricoltura locale, meno per l’agricoltura naturale ma spero che piano piano le persone possano acquisire maggior consapevolezza.”

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Storie di agricoltura.