Lupi e pastori: quale la razza in via di estinzione?

“ I lupi a settembre hanno i cuccioli nati in primavera a cui insegnano a cacciare, per cui ci sono numerosissimi attacchi alle greggi. Questi attacchi – ci spiega Anna Arneodo di Santa Lucia di Comboscuro – invece di essere precisi e diretti come succede quando ci sono i lupi adulti che cacciano, sono attacchi molto più dannosi, che fanno molto più male agli animali, perché gli animali cacciati sono sempre molti e non vengono uccisi con un morso solo alla gola, sotto al collo come fa il lupo adulto che ha una forza nelle mandibole per cui con un morso solo li soffoca.

In questo periodo, dato che i cuccioli sono tanti, vengono cacciati malamente molti animali, perché i lupacchiotti non sanno cacciare, quindi mordono dappertutto, fanno dei tagli che sovente non si vedono, ma arrivano a bucare a livello della pancia, arrivano a bucare tutti gli organi interni, arrivano persino al fegato, per cui l’animale subisce questi attacchi soffre molto di più per morire, perché non è vero che guariscono questi animali, muoiono tutti, durano magari ancora qualche mese quelli feriti, ma poi non c’è nessun animale che si salvi.

Con questi continui attacchi, non sei più sicuro da nessuna parte. La montagna è molto sporca, molto imboscata, per cui quando c’è una giornata di nebbia è difficilissimo salvarsi, anche coi cani antilupo, perché comunque i lupi sono furbi e fanno il loro mestiere, il lupo caccia, si nasconde nei cespugli, prende le ultime pecore che sovente, quando rientrano agli stazzi, sono quelle che sono gravide, che sono più pesanti.

Dovendo far rientrare tutte le sere il gregge nelle reti elettrificate, queste vanno poste in luoghi pianeggianti e quindi non tutti i posti sono adatti, sovente si fanno camminare le pecore magari anche 1 ora o più per condurle nelle reti per la notte, camminando sempre questi sentieri battuti, ormai percorsi dalle moto, che vanno dappertutto, si arrampicano sui sentieri in cui non dovrebbero andare e la forestale non controlla mai. Le moto rovinano moltissimo i sentieri,  perché poi si infila l’acqua che asporta la terra ed escono fuori le pietre più aguzze. Andando su e giù per ore tutti i giorni, in queste greggi c’è molta e molta zoppia e le pecore zoppe rimangono ultime e sono la preda più facile del lupo.

La conseguenza di questo andazzo è che già il mestiere di pastore di pecore è un mestiere da disperati ormai (o è gente che veramente ha la passione oppure, mi spiace dirlo, sovente son gente che, rispetto all’ambiente sociale che hanno attorno, sono molto emarginati), è un mestiere che rende poco, perché ogni pecora fa in medio un agnello, i parti gemellari sono abbastanza rari e un agnello vale se va bene 100 euro: con 100 euro bisogna mantenere per un anno la madre e fino a 3 mesi un agnello quindi sono rendite ridicole.

Ormai non puoi più avere 1 ora di libertà, perché al pascolo non puoi più lasciare il gregge solo 1 ora quando è fuori dalle reti, perché il branco dei lupi quando trova il gregge poi lo segue di continuo, non lo abbandona più. D’altra parte il lupo è un bravo cacciatore, dove ci sono tante prede assieme da cacciare le prende volentieri, non corre dietro un capriolo, per cui ti rovina la vita e moltissimi stanno abbandonando il mestiere di pastore.

Ma abbandonare questo mestiere vuol dire abbandonare di nuovo all’incolto un pezzo di montagna che i nostri vecchi, a costo di enormi fatiche, avevano reso domestica, avevano antropizzato, avevano costruito sentieri, ripiani.

Ormai si pascola basso, in zone che una volta erano a fieno e che sono state abbandonate, ma la vegetazione anno per anno sta avanzando e quando questa vegetazione occupa un terreno non abbiamo il bosco, come qualcuno immagina, abbiamo cespugli, rovi, noccioli, cioè quelle piante che riempiono l’abbandono.

È tristissimo vedere questa nostra montagna abbandonata in cui ormai i prati, i pascoli sono dei buchi in mezzo alla vegetazione invasiva che sta venendo avanti. “

Storie di agricoltura.