L’ape, ingranaggio della vita

“ Ecco le origini di questa dolce avventura, – racconta Agnese Giachello dell’azienda agricola Api e Vita di Montezemolo – essendo noi nel campo del miele e dell’apicoltura. Abbiamo degli amici di famiglia che fanno gli apicoltori ormai da più di vent’anni e un pomeriggio del 2016 andiamo con loro dalle api in un apiario: ci sembrava di essere in una puntata di Super Quark perché era stupendo.

Eravamo in un bosco dove c’eravamo le api, il bosco, noi e basta. C’era una pace, un paradiso e quindi da lì ci siamo un po’ innamorati, essendo già da sempre appassionati di natura. Come dire abbiamo seguito con fiducia il flusso della vita, dove ci portava.

E quindi siamo andati poi da loro a smielare, quindi nel laboratorio di smielatura e confezionamento. E poi abbiamo detto proviamo a lanciarci in questa avventura. Loro hanno sempre venduto all’ingrosso il prodotto che le api donavano.

Con i miei genitori abbiamo proposto di provare a valorizzare l’ape, il territorio, il prodotto che ne deriva e il nostro Lavoro; questo era l’obiettivo. Io non avevo neanche 18 anni, ero alle superiori ancora. Poi ho fatto l’Università e durante tutto il lavoro di questi anni ho sempre studiato e portato a termine tutto.

L’obiettivo era valorizzare l’ape che è una creatura meravigliosa. Se pensiamo che noi distruggiamo ciò che mangiamo, l’ape quando si nutre crea vita tramite l’impollinazione, quindi permette il mantenimento della biodiversità. Anche nel nostro logo c’è l’ape al centro per simboleggiare appunto che è l’ingranaggio della vita.

In questo periodo c’è la fioritura del castagno, raccogliamo sia nettare sia polline, è l’unica fioritura sulla quale raccogliamo anche il polline perché l’infiorescenza è molto ricca di polline e quindi, dato che è la fonte proteica di alimentazione per le api, serve molto anche a loro. Noi glielo sottraiamo solo per dieci giorni all’anno, al massimo quindici, i granuli più grossi di polline di castagne.

Ora stiamo raccogliendo, mettendo i melari sul castagno e tra poco li toglieremo per poi portarli in laboratorio e smielarli. Stiamo raccogliendo il polline, mettendo appunto delle “trappole frontali” sugli alveari che ci permettono di raccogliere i granuli più grossi di polline, mentre quelli più piccoli entrano dentro l’alveare.

Per quanto riguarda invece il laboratorio, ci stiamo preparando per la smielatura del castagno. Rispetto a questi caldi così importanti, dipende un pochettino se il caldo è un po’ più secco o un po’ più umido, perché per le fioriture è importante anche che sia un po’ umido proprio per, per il nettare, per tutto.

Quest’anno con l’acacia è andata bene rispetto agli ultimi anni, ma l’anno scorso, sempre per via della temperatura, l’acacia aveva il fiore, profumava, ma non dava nettare e le api di conseguenza non erano attratte e miele non ce n’è stato praticamente.

Chi lavora in natura, sa che è un po’ tutto imprevedibile. Non puoi programmare niente, ma dipendi sempre da un qualcosa di molto più grande di te.

Da più giovane io immaginavo la mia vita nell’ambito dello sport, perché giocavo a tennis a livello agonistico, mi allenavo 4-5 volte alla settimana e poi quando è cominciata questa dolce avventura, sono cominciate a mancare le ore nella giornata e quindi a un certo punto non c’era più tempo e non riuscivo proprio più a gestire tra la scuola, poi l’università, il tennis, a gestire ancora questo.
E quindi, non dico dall’oggi al domani, ma quasi, ho smesso di giocare a tennis. Io immaginavo la mia vita comunque nell’ambito dello sport, ma ho con fiducia seguito dove mi portava la vita perché non è di sicuro capitato per caso, un motivo c’è e quindi, insieme ai miei genitori, ci siamo catapultati con il cuore, con amore e passione in questa attività che cerchiamo di portare avanti ogni giorno prendendoci cura delle api.

Non nego che a volte sottrarre o il miele o il polline o altro alle api mi dispiace, però è come un rapporto dare e ricevere. Quest’anno non c’è stato il problema, l’anno scorso mieli primaverili, acacia non abbiamo praticamente sottratto niente perché non aveva senso togliere del miele per poi dover dare da mangiare alle api perché non avevano niente e quindi il poco che hanno raccolto l’anno scorso in primavera, inizio estate glielo abbiamo lasciato tutto.

Ovviamente lo sport mi manca, infatti devo riuscire a ritagliarmi del tempo per farlo perché è una cosa terapeutica per me, mi è sempre piaciuto il movimento fisico, non è che l’ho abbandonato, è solo cambiata la prospettiva in cui io mi vedo negli anni futuri.

Il fatto di essere in società con un’altra famiglia, anche questo è un aspetto interessante da affrontare, siamo sempre andati d’accordo, perché siamo persone che si parlano rimanendo nel concreto. ”

Storie di agricoltura.