Lavorare sul vento

Quest’anno sicuramente il problema più grosso è l’acqua – ci spiega Stefano Vegetabile dell’Organismo agricolo La Ca’Rottaperò noi, per adesso, siamo riusciti a tamponare con le pacciamature, gli stoccaggi, che significa cercare di prendere tutta l’acqua che puoi in inverno, anche se ce n’è poca. E poi lavorando tantissimo sul vento come stiamo facendo quest’anno, perché è forse la parte più complicata. Lavorare sul vento vuol dire che si fanno dei sistemi di siepi, quelle più semplici fanno da frangivento, in quelle più complicate si va a lavorare un po’ con le ombre, in modo da creare dei piccoli circuiti d’aria.

Il vento è un movimento orizzontale dell’acqua e della materia, normalmente prende qualcosa e te ne porta un’altra: in questo momento sta prendendo umidità e la porta via, e porta foglie, secco, così, quindi noi dobbiamo mantenere umidità quanto più possiamo. Vento e acqua sono collegati, quando guardi le previsioni metereologiche vedi il movimento delle nubi, di base è il movimento dell’acqua attraverso il vento. Nell’aria c’è sempre un 20% di vapore acqueo, più o meno, lo prende da una parte e lo sposta in un’altra quindi adesso siamo in un’area in cui l’aria sta asciugando molto i terreni: bisogna riuscire a non farseli asciugare, con qualunque sistema di pacciamatura. Di base occorre riuscire a creare situazioni di copertura, tipo pianti dell’erba medica, del trifoglio, poi cerchi di stoccare.

In realtà i grandi sistemi agricoli sono comprensibilmente sbilanciati su forti meccanizzazioni e quindi la soluzione che questi stanno trovando è quella dell’agricoltura di precisione, cioè di meccaniche che continuamente sondano il suolo e le piante e propongono soluzioni automatiche. 

Noi curiamo altri dettagli”.

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