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Soia gialla g 500

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La soia gialla ha un ciclo decisamente più corto di altri legumi, quindi si semina generalmente dopo l'orzo o dopo i piselli, quindi a fine giugno- primi di luglio; si semina a file. La lavorazione è così articolata: prima si passa lo strigliatore (un grande rastrello) per le...

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La soia gialla ha un ciclo decisamente più corto di altri legumi, quindi si semina generalmente dopo l’orzo o dopo i piselli, quindi a fine giugno- primi di luglio; si semina a file. La lavorazione è così articolata: prima si passa lo strigliatore (un grande rastrello) per le malerbe, perché siamo nel periodo caldo e quindi immediatamente partono le malerbe.

Si passa con lo strigliatore prima ancora che la soia germogli, si passa 2 volte nelle 72 ore della semina, sempre clima permettendo: se piove stai a casa e guardi le malerbe crescere. Circa 10 giorni dopo germoglia, comincia a uscire, al quindicesimo giorno, più o meno, raggiunge un’altezza per cui riesci a entrare dentro con la macchina, una diserbatrice meccanica che ha delle dita rotanti che passano sulla fila, cioè molto attaccate ai germogli e vanno ad estirpare le radici: solleva la radice delle malerbe, la espone al sole e lei secca.

Dopo circa un mese si passa la sarchiatrice che quindi rincalza le piante, avvicina loro la terra: si mette solamente il concime, si rincalza, così il concime resta sotterrato, ma vicino alla pianta, e si va a togliere l’erba tra le file perché la rincalzatrice passa invece tra le file. Così parte per altri 20 giorni un alternarsi di rincalzatrice e diserbatrice meccanica, rincalzatrice e diserbatrice meccanica e si gira di continuo.

Se ci sono le malerbe sulla fila, quindi tra pianta e pianta, si va a mano, ma la soia permette di passare molto le macchine, cioè, se il clima lo permette, noi siamo sempre dentro con le macchine e normalmente. La soia, infatti, ha i baccelli attaccati al fusto centrale e quindi noi fino alla fine andiamo con le macchine per l’erba. Se poi piove per due volte almeno 20 mm per volta, non si irriga. Ma ci sono state estati in cui, invece, l’abbiamo irrigata sei volte. Arriviamo a trebbiarla da metà a fine ottobre. Anche la soia si deve trebbiarla secca perché quella lì, anche più del pisello, se è un po’ umida impasta tantissimo dentro la macchina.

La buona soia da alimentazione umana deve essere pulita e tutti i pallini devono essere bianchi e interi. Deve essere ricca di proteine perché abbia valore.

La nostra varietà è quella bianca, che poi se la vedi è giallognola in prodotto, è quella che si usa per fare i piatti di soia.

Chi invece cerca la soia per gli animali la trova quasi tutta che viene dall’estero: principalmente dall’Argentina e dal Brasile e una cosa che tutti gli allevatori contestano è che in Italia è vietato usare la transgenica, poi nelle ditte mangimistiche la importano dall’Argentina che è tutta transgenica.

Anche nell’alimentazione umana succede questo, adesso, tolto il biologico in cui il transgenico è assolutamente vietato in Italia, anche nei biscotti c’è la soia transgenica che arriva dall’Argentina, tanto che i coltivatori dicono “noi non possiamo coltivarla, ma poi gli italiani mangiano la soia transgenica dell’Argentina.