Caudana Elisa

“L’azienda nasce nel ‘92 con mia mamma e mio papà. Mio papà era figlio di agricoltori, mia mamma invece nasce nel mondo nella ristorazione, i miei nonni avevano un ristorante. Nel 2000 mia mamma decide di aprire un agriturismo perché ha questa passione per la ristorazione e lo tiene aperto fino al 2006. Si chiamava La Merenda Sinoira. Poi quando non c’è stata più la mamma non abbiamo portato avanti l’attività, papà, invece, ha continuato a produrre vino.

L’azienda è più o meno 60 ettari, di cui una parte a vite, seminativi, fieno, nocciole, frutta… È un’azienda grande, al papà arrivava già dai nonni, si chiamava già Caudana. I miei nonni avevano gli animali, loro hanno sempre avuto la stalla con le mucche e mio papà l’ha tenuta fino al 2017-2018, ha sempre tenuto delle bestie anche lui, è per quello che facciamo fieno e seminativo; adesso, non avendo più le bestie, il fieno lo vendo.

L’azienda non ha un indirizzo unico, sicuramente il lavoro principale è la viticoltura, quello a cui dedichiamo più tempo e che facciamo in maniera principale, poi c’è anche il resto, facciamo anche altre cose: il fieno, la frutta, l’orto. Di frutta ho pesche, albicocche, prugne, cachi, mandorle, ciliegie, mele… Un po’ mi faccio le marmellate, faccio in modo da mettere via, le faccio per me. L’intenzione era di aprire un laboratorio nel 2021, ma non so quando riuscirò ad aprirlo, anche perché ho tutto il posto del ristorante e quindi vorrei fare quella formazione.

Ho tanta varietà e quantità di frutta, c’è un signore che viene a potare. Io non me ne sono mai occupata prima di frutta però quest’anno, quando papà è mancato, era il periodo che dovevo raccogliere tutte le pesche, le ciliegie, le albicocche e ho venduto tantissimo.

Adesso siamo io e il mio compagno. Due non bastano assolutamente poi ho un ragazzo pakistano che ho assunto, ma non riesco a stare dietro tutte le cose. Adesso dovrò strutturarmi per poter seguire bene tutte le cose. Io prima ero la persona che si dedicava alla potatura, alla vigna, ciò che era manuale lo seguivo tutto io, adesso devo cercare una persona che riesca a fare la parte manuale per potermi occupare dell’azienda ma è molto difficile. Adesso devo stare in cantina, cosa che prima farà papà, devo occuparmi più della cantina, che prende via un sacco di tempo.

Io vendo a tanti privati, poi c’è il ristoratore, c’è l’enoteca, c’è il rivenditore, però la maggior parte sono privati. Infatti ringrazio che in questo periodo di lockdown avevo tanti clienti privati, non li ho mai mollati e invece chi nel tempo ha preferito mollare un po’ il privato, perché è quello un pochino più impegnativo, nel senso che comunque è quello che ha un pochino più di esigenza, glielo devi portare fino in cantina, devi avere un certo trattamento però nel periodo di lockdown ringrazio di avere avuto loro perché altrimenti se dovevi basarti solo sulla ristorazione, sulle enoteche non facevi più niente. I miei clienti sono nella fascia di Torino e zone limitrofe.

Ho 32 anni. Io ho una sorella che ha 23 anni ma lavora da un’altra parte, e poi ho un fratello che ha 12 anni”.

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Storie di agricoltura.